. . . All you life, you were only waiting for this moment to be Free . . . * Nulla enim culpa est in somnis.

giovedì 18 febbraio 2016

Il lavoro a maglia

Ciao Nonna,

hai visto da quanto tempo non entravo qui? Un'eternità. Mi sa che studio troppo.
Ci sono voluti tre giorni tra 38 di febbre, pseudo-placche alla gola, naso tappato, vomito, mal di testa e capogiri per darmi un po' di tempo per scrivere.
E già che c'ero, ho fatto anche altro.
No, non ho studiato ulteriormente, tranquilla. Temo che sia stata quella scuola a farmi ammalare, non mi sopporta più - vuole proprio che io me ne vada. Però si, ho letto, un libro che - off topic - consiglio a tutti: Istruzioni per rendersi infelici di Paul Watzlawick (lo ammetto... Ho googlato il nome alla cavolo e ho fatto copia-incolla di quello corretto, ma era difficile, su!). Davvero bello comunque.
Forse è anche merito di Watz, che mi ha dato una "spintarella" se ho fatto altro al posto di leggere e leggere e leggere, fino a stamane, ma soprattutto se ho deciso di scriverti di nuovo, qui, nel piccolo mondo dove le mie favole diventano realtà.
Ecco.
Ho ripreso la sciarpa, nonna. E l'ho finita. 
Ricordi questa foto? Era il 25 ottobre 2009, il compleanno di mamma. In un raptus folle io e lei c'eravamo truccate a vicenda, e direi che ero ridotta alla grande! Ma non è questo il punto.
È uno dei ricordi più belli che ho del tempo che abbiamo passato assieme. Mi hai insegnato tu come lavorare coi ferri - dopo che abbiamo constatato che all'uncinetto e a punto a croce era meglio evitare, visto che non volevamo aprire un mutuo per pagare filo ingarbugliato.
In questa foto, come hai sempre fatto, mi osservavi con fare piuttosto attento, e qualora avessi combinato l'ennesimo macello eri pronta a salvare il povero, innocente lavoro capitato per sfortuna tra le mie mani. 
Ah, quanti buchi e quanti punti saltati! Ed ogni volta disfare, ricucire, riprendere, talvolta rinunciare con un sospiro.
Dal 2009 ad oggi sono passati 7 anni. Sembrano pochi, eh? E invece sono un'eternità.
Tu te ne sei andata quasi quattro anni fa, eppure quel lavoro, proprio quello che faccio finta di ricamare nella foto, non l'ho mai finito. Almeno, non fino ad oggi.
Avevo giurato, quando sei salita in cielo, che lo avrei finito per te, e forse è questo che mi ha terrorizzata, come se quel filo quasi candido (diciamo che è un pochino sporco) fosse un cordone ombelicale che ci teneva unite, e finché avessi avuto con me, in fondo all'armadio, il nostro lavoro coi nostri ferri saremmo state ancora unite.
Mi sbagliavo. Non c'è modo migliore di onorarti del finire ciò che abbiamo iniziato assieme.



Eccola qui. Ti piace? Si, okay, non è super super bella. Ma racconta in un certo senso come sono cresciuta - guarda com'era stretta all'inizio, e come alla fine sia larga e più regolare!
Alla fine ho sentito la tua mancanza più che mai... Per chiudere il lavoro ho usato un tutorial su Youtube! Però anche questo è crescere, arrangiarsi e tener fede alla parola data.
Ne vado decisamente fiera. 
Anzi, potrei persino dire che è una splendida metafora di vita. Questo filo, che ricorda molto le tre Parche che secondo i Greci tessevano la vita, continua ad essere attorcigliato attorno al ferro, ed ad ogni punto per lavorarlo si aggiunge un pezzetto di filo nuovo, finché giunti alla fine si ricuce il filo vecchio su se stesso e zac!, si taglia quel poco in eccesso. In mezzo ostacoli, come punti saltati, persi o mal lavorati, e qualora si volesse aggiungere un altro gomitolo, di un altro colore, si può anche unire la propria vita a quella di un altro.
Si, direi che sei riuscita ad insegnarmi più tu coi tuoi ferri che la scuola in più di 10 anni.
Dovrebbero re-introdurre il corso di cucito alle elementari. Forse cresceremmo tutti meglio.

Ora ti saluto nonna, vado in cerca di un medico. Prega per me, e controlla il mio lavoro. Ma non criticare troppo: ricorda che è stato fatto con amore.

Silvia

PS: Ne ho trovato un altro iniziato e mai finito. Anche qui mi ci vorresti tu, credo di averlo ripreso davvero male. Ma non m'importa più di tanto.