. . . All you life, you were only waiting for this moment to be Free . . . * Nulla enim culpa est in somnis.

martedì 20 gennaio 2015

D'impulso

Fissava il soffitto da un bel po'. Effettivamente da molto. Iniziava a pensare che lo avrebbe bucato con lo sguardo.
Sollevò la testa, guardò la sveglia di SpongeBob. 18.
Tornò sul cuscino. Era presto. Da un altro punto di vista, tardi.
Sollevò meccanicamente la mano, fece toc toc sullo schermo del suo LG. Strizzò gli occhi, la luce bianca era parecchio forte.
Niente.
Ripiombò sul giaciglio. Iniziò a tamburellare in modo fastidioso sul comodino vicino, finché, stufa di se stessa, prese le cuffiette azzurro cielo ed inserì il jack nel cellulare. Azionò la ripetizione casuale, e chiuse gli occhi.
Peggiorò la situazione.
Accettami e vedrai, insieme cresceremo, qualche metro in più ed il cielo toccheremo... per quanto mi riguarda ho già fatto il biglietto, ti prego non lasciarlo accanto ad un sogno in un cassetto... è una semplice canzone, che serve a me per dirti che sei una su un milione...
Strappò via le cuffiette e si sedette. Non scriveva? Bene! Non aveva tempo di aspettare i suoi comodi!
Scese dal letto. I piedi caldi soffrirono il freddo, e costrinsero l'istinto a farli andare sul soffice tappeto vicino.
Si strofinò le braccia. Faceva freschetto in effetti... e a casa non c'era nessuno, poteva schiacciare un pisolino... il piumone sembrava invitante.
NO!
Saltellò da un piede all'altro, fino a raggiungere l'armadio. Sbattè il mignolino contro la gamba del tavolo, facendo anche cadere dei libri, che si sommarono ai vestiti che aveva tolto tornando a casa. Non imprecò nemmeno; non c'era nessuno a sentirla, e i suoi pupazzi non dovevano imparare parolacce.
Guardò senza vedere ogni singolo vestito. Ogni maglioncino, ogni pantalone, ogni foulard. Ogni cosa era legata ad un ricordo preciso, oppure aveva già pianificato di metterla in una certa occasione - e fino ad allora doveva arrivare intonsa, non poteva metterla a caso.
Finito di fantasticare - una felpa scivolò dalla gruccia, interrompendo l'armonia dello scenario - prese il felpone traditore ed un paio di jeans, con i passanti stracciati ed un buco sul ginocchio. Un paio di sneaker, il piumino, una sciarpa di lana.
Chiavi di casa in mano, chiuse tutte le finestre e le luci ed uscì. Però, faceva proprio freddo.
Aveva da poco iniziato a nevicare, ed a terra già c'era la classica poltiglia fangosa che faceva ciap ciap sotto ai piedi. Male, non poteva correre.
Guardò per l'ennesima volta l'orologio. È una pazzia, si diceva, non sai nemmeno se l'orario è corretto, se vuole vederti, se non ha di meglio da fare che vedere te... Per un attimo, pur di convincerla, l'inconscio le ricordò la verifica di storia del giorno successivo; di contro, lei si mise a ripassare date e nozioni sottovoce. Qualcuno passando la guardò come una pazza. Ma chissenefrega.
Svoltò l'angolo, e non vide alcuna corriera. Era arrivata in tempo.
Si sedette sul muretto lì di fronte, tremando più di coraggio che di freddo. Aveva una visuale perfetta, senza farsi notare: bastava vederlo, cinque minuti, non erano molti, nessuno lo avrebbe notato.
In quel momento si avvicinò il mezzo di trasporto. Il cuore cominciò a rotearle come le quattro ruote, che si fermarono appena in tempo, evitando una nonnina che protestò calorosamente.
Lei iniziò a sbattere i piedi contro il muretto. Iniziò a mordersi il labbro, poi sostituito dalle pellicine. Iniziò con l'altra mano a far roteare i capelli.
Lui scese. Salutò un amico con il cinque, un'amica con un cenno. Poi mise le cuffiette e si avviò.
Bene. Visto.
Visibilmente soddisfatta, intimamente delusa, scese dal muretto, mettendo male il piede.
Stavolta imprecò. E lui, quasi fosse riuscito a sentirla, anche attraverso la musica, si girò. Nel riconoscerla sorrise, attraversò la strada e le si parò davanti.
- Giulia! Ciao! - Bacio. Labbra in fiamme. - Che ci fai qui tesoro? Non ci eravamo dati appuntamento alle 21? -
Lei gli si aggrappò al collo, come il koala Ciuffo della Kinder. Al diavolo. - Mi mancavi. -
Buon pomeriggio lettori!
Sembra che la primavera degli ammmori si insinui sotto il gelo di gennaio... Tanta gioia e felicità alle nuove coppiette, ben arrivate!
Ed a voi è dedicato questo racconto, a quando la voglia di vedere qualcuno è tanto forte che nessun ostacolo può fermare una persona...
Un bacione!
La vostra Ivy

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