. . . All you life, you were only waiting for this moment to be Free . . . * Nulla enim culpa est in somnis.

martedì 23 settembre 2014

Buio

Silenzio assordante.
Non si vede nulla.
Avanza, un passo, poi un altro. Apre gli occhi, li chiude.
Stessa cosa.
Ignoto e mistero s'intrecciano mentre continua ad avanzare. Il timore dell'oblio racchiuso nel suo petto che s'alza e scende, come se avesse finito di correre da poco. Invece cammina, non fa altro da... Quanto? Non saprebbe dirlo con esattezza. Da un po' suppone.
Si limita a camminare, a lottare contro il freddo che le ha rubato le mani e contro il caldo che s'è impossessato della sua gote, contro quel corpo che non è più suo.
Ma la mente? Dov'è finita? Sono metri che non la sente. O ha percorso solo qualche centimetro?
Non lo sa, non lo sa, non sa più nemmeno chi è. Si aggira fendendo l'aria, sempre che sulla Terra si trovi, non sente più i suoi pensieri, odori, sapori, non sente nulla.
Ed è peggio del sentire urla di dolore, peggio della carne che si lacera.
Si ferma. Crede di sentire il respiro che si condensa in nuvolette, difficile dirlo senza poter vedere nulla. 
Si trova all'aperto? In una stanza?
Ricorda molto la selva oscura dantesca. Lo struggimento che prova è il medesimo. La paura cieca, e non solo in modo figurato. Virgilio? Beatrice? Una guida?

Facendosi coraggio ripete i versi: Ed una lupa, che di tutte brame / sembiava carca ne la sua magrezza, /e molte genti fé già viver grame, 
questa mi porse tanto di gravezza / con la paura ch’uscia di sua vista, / ch’io perdei la speranza de l’altezza. (Inf. I, 49-54) Forse si stava avviando verso il monte della salvezza - salvezza da cosa? Dalla sua vita, dai fallimenti, dalla felicità terrena? Stava andando a cercare una vita migliore, o stava per percorrere la via della perdizione, destino di infelicità eterna?
Il cuore, sente il cuore battere, le batte nelle orecchie, nel collo, il battito si propaga dentro il suo corpo, o forse esce fuori non lo sa, non sa.
Una luce! Vede una luce, corre verso essa. Però è così piccola, e si allontana sempre di più... 
Un'allucinazione?
Si ferma, basta. 
Flette le ginocchia, si getta a terra. Solo ora prova a respirare, a togliere la morsa che stringe le sue membra tirate allo spasmo; affonda le dita nel terreno. Sembra umido, simile a terriccio... S'insinua sotto le unghie come fanghiglia, sostituendo la paura, lasciando posto a... Rassegnazione? Sì, crede sia quella.
Si lascia cascare mollemente. E se fosse un bosco? No, non ha incontrato alberi, e non c'è odore di natura, no, è tutto così asettico... Fa freddo, caldo? C'è un'uscita? Perché? Cos'ha fatto di male?
Questa è la fine?

Apre gli occhi. È nello stesso posto, solo che stavolta la luce c'è davvero, o almeno così crede. 
Si alza, prima con fatica, poi quasi inciampando sulle sue stesse gambe, corre verso quel punto bianco che diventa sempre più grande, si espande, non vede nulla, accecante salvezza...

- Francesco, scegli la tua via. O Laura, o Dio. -



Buonasera miei cari lettori.
Vedendo le meravigliose +9000 visualizzazioni, non posso che ringraziarvi di cuore e regalarvi un testo!
Sinceramente mi sono imposta uno stop obbligatorio fino a quando non avessi finito un testo... Che alla fine ho mollato!
In questi due mesi comunque ho lavorato presso lo stupendo Centro Servizi Culturali Santa Chiara, e successivamente è iniziata la scuola e... un compito tira l'altro! Quindi non sono stata proprio tutto il tempo sul divano ;)

Perciò ribadisco le parole auree: SCUSATE e GRAZIE. Di cuore!

Bacioni,
La vostra Ivy

PS: avete indovinato chi è il soggetto?

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