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martedì 19 febbraio 2013

Il maledetto: chi "ce la fa"

Disegno Presentatore televisivo pitturato su IvyVazQualche giorno fa mi sono imbattuta per caso in questo articolo, scritto da Pierluigi Sacco (economista dell'arte): La maledizione del vincitore.Lo stesso concetto esprimeva qualche ora dopo Filippo II in Alexander, solo che riferito agli Dei. Ma gli Italiani non stanno forse all'Italia come gli Dei stavano all'Olimpo?Già da un pò di tempo riflettevo a mia volta su questo concetto, l'odio verso le persone che "ce la fanno", che non rimangono sconosciute, che desiderano diventare qualcuno nella vita. E di conseguenza lo scopo della nostra esistenza.E' colpa degli invidiosi? E' colpa di chi fa successo? Decretate voi quale sia la causa. Io dirò la mia - o meglio, la scriverò.Io credo che nella vita lo scopo recondito di ognuno sia diventare un personaggio pubblico, riconosciuto: perché viviamo in una società che si basa sulla comunicazione, sulla televisione, sui mass media e sulla pubblicità: non a caso numerosi bambini dicono alla maestra "Da grande voglio fare la ballerina/il calciatore/il cantante/l'attrice" e chi più ne ha, più ne metta. Ma perché? Perché si guadagna tanto? No, questo i bimbi non lo sanno. Perché si parla di te. Si parla male, si parla in modo giudizioso, si parla bene, ma SI PARLA. E' questo ciò che per anni l'animo umano ha voluto: divenire qualcuno, essere ricordato.
Io dico sempre che se nella vita non diverrai qualcuno, non vivi. Che nasci a fare? Per venire dimenticato? Allora è inutile. Il successo sta alla base di tutto. Allora come mai i sognatori, che volevano divenire attrice, cantante, calciatore, ballerina, poi divengono altro?Perché servono anche muratori, elettricisti, idraulici, direte voi. Ebbene, vi do ragione. Però non potrebbero aver smesso di lottare per quegli stessi sogni che una volta li portavano avanti? Non potrebbero aver mollato quei loro idoli, perché convinti che "prima o poi si cresce"? O peggio ancora, il fulcro di questo mio post: qualcuno potrebbe aver tranciato loro le ali, chiuso i loro cassetti, cambiato le loro fragili idee? Gianni Morandi diceva "Se sei a terra non strisciare mai/ ti diranno sei finito, non ci credere/ devi contare solo su di te/ uno su mille ce la fa/ ma quanto è dura la salita"... Che si riferisse proprio a ciò? Parlando tanto di crisi, non stanno forse tentando di metterci... in crisi? Le abbiamo davvero provate tutte per divenire "famosi" nel nostro ambito?
Ma torniamo in carreggiata: supponiamo che su 25 alunni di una classe almeno uno divenga famoso. Divenga... Ballerino. Famoso ovunque. Gli altri 24, gelosi, vorranno avere un pò di celebrità: chiameranno il nostro Billy Elliot e gli diranno "Ciao, ti ricordi di me? Sono il tuo amico delle elementari... Quello che per finta diceva che eri grasso! Mi manderesti due autografi... O ancor meglio, mi faresti salire sul palco?" Billy (ormai l'ho battezzato così) potrebbe dire "no, non si può per regolamento"... E lì scatterebbe il putiferio. L'invidia prenderebbe piede: il compagno andrebbe nel salottino di Barbara d'Urso a raccontare che il suddetto Billy era grasso alle elementari, e che... Boh, che picchiava tutti i bimbi, che alle superiori si drogava, che gli aveva rubato la ragazza, qualunque cosa - vera o presunta - che potesse screditare il ballerino. Che, volente o nolente, sarebbe automaticamente etichettato come grasso, violento, drogato, bastardo. Poi la gente vedrà se crederci o meno, intanto qualcuno ci crederà.Ebbene, questo è uno dei nostri esempi: il successo non perdona.Chiaro esempio è Belen Rodriguez: cosa fece mai quella donna per essere odiata tanto? Amò, ed ama ancora. Fece il suo lavoro, di soubrette, cantante niente male, ballerina provetta. Disse la propria opinione. Eppure è odiata da più della metà della popolazione: perché è bella, perché è brava, perché ha successo. Perché ama ed è ricambiata, e tra un pò sarà anche madre. Perché vive. Primo: se ce l'ha fatta lei, perché noi non possiamo farcela? Secondo, per chi dicesse "ah, lei è Belen, lei è bella, lei è brava": non siamo forse bravi anche noi in qualcosa? Non siamo forse anche noi determinati a divenire qualcuno? Non siamo amati anche noi, non amiamo anche noi? Con noi intendo ovviamente le persone che non fanno (ancora) parte dello Star System. Ma allo stesso tempo: vedendo quanto è odiata lei, davvero vogliamo essere odiati anche noi? Davvero vogliamo vivere con i fotografi alle calcagna, i rotocalchi che parlano di noi, la vita privata tutto meno che privata?Detto ciò, vi starete dicendo: ma questa si contraddice! Prima sbraita che bisogna divenire qualcuno, poi che il successo
non perdona!

Ahimè, avete ragione! Il concetto è: dobbiamo divenire qualcuno, ma allo stesso tempo sappiamo già in partenza che saremo derisi, odiati, invidiati, sputtanati (per essere un pò volgari. Ma rende bene l'idea).Dunque che fare? I 24 bambini scelsero di essere dimenticati ma di vivere in tranquillità. Quel bambino scelse di vivere, perché la vita è una sola, e non va sprecata...In conclusione, il messaggio che vorrei che v'arrivasse è: rischiate, o verrete dimenticati. Non lasciate volar via i vostri sogni, o finiranno nel dimenticatoio. E' un consiglio, un'esortazione, non un obbligo, ma è il più veritiero che io vi possa fare, ve l'assicuro...Forse io non sono nessuno (ancora) per dire tutto ciò, ma almeno ve lo scrivo, e con queste mie parole tento di dimostrare che non voglio essere dimenticata un giorno: poiché sono certa che se non diverrò qualcuno mi sentirò come se avessi fallito, come non essere mai esistita. Poi pagherò tutte le conseguenze del caso. Ma almeno vivrò. Dio - ed i miei genitori - m'avranno fatto venire al mondo per qualche buon motivo, o no?La vostra predicatrice in erba, Ivy

P.S. Inutile dirvelo: scrivetemi le vostre opinioni, sono ben accette!

5 commenti:

  1. "Non lasciate volar via i vostri sogni, o finiranno nel dimenticatoio"

    "... tento di dimostrare che non voglio essere dimenticata un giorno: poiché sono certa che se non diverrò qualcuno mi sentirò come se avessi fallito, come non essere mai esistita. Poi pagherò tutte le conseguenze del caso. Ma almeno vivrò"

    Quante lacrime, sono completamente d'accordo.

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    1. Grazie Martin, speravo di averti colpito ancora... Leggere che riesco a farvi cogliere ciò che intendo è sempre un piacere.

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  2. Grazie mille, ne sono lusingata! Vi farò avere presto mie notizie.
    Ivy

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  3. Vendichiamoci alla mediocrità! ;-)
    ...tu sai cosa intendo...
    BRAVA!
    m.a.mar.anto

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    1. Già :D Bisogna sbattere in faccia le soddisfazioni a chi non è soddisfatto del lavoro altrui... Un bacione, e grazie d'esser passata!
      Ivy

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